MUTA

Se tralasciamo le forre asciutte, che non presentano problemi particolari sul piano della protezione termica individuale, la discussione si sposta inevitabilmente sugli ambienti acquatici che, al contrario, di problemi ne pongono fin troppi. Per farla breve, a prescindere dai vari tipi di abbigliamento possibili, la tenuta adottata da quasi tutti e quasi sempre è la muta umida da sub in neoprene, di spessore variabile tra 3 e 5 mm e rigorosamente in due pezzi (giacca e salopette), per una maggiore flessibilità d'impiego. Sulla mia, inoltre, ho apportato le seguenti modifiche (non di serie sul mio modello):

1. taglio del cappuccio (quando non lo si usa diventa un malloppone piuttosto scomodo sulla nuca), con aggiunta di un collarino in neoprene sia sul bordo superiore della giacca che sul bordo inferiore del cappuccio (in questo modo all'occorrenza si sovrappongono e formano una specie di guarnizione, tipo muta semistagna Mares);


2. aggiunta di una zip per aprire completamente la giacca. In questo modo è molto più funzionale e vestibile e consente di "prendere aria" quando la temperatura sale (tratti iniziali con poca acqua);


3.aggiunta di due pezzi di velcro sulla parte anteriore della giacca (più o meno a Dx e Sx del punto di possibile inserzione del bloccante ventrale). Consentono di tener ferma la macchina fotografica (uso una Canon Prima AS-1), su cui (o sulla cui custodia) è fissato un altro pezzo di velcro, durante le manovre (in questo modo non ciondola);

4. taglio delle bretelle della salopette ed allungamento delle stesse con altro neoprene "velcrizzato" per renderle regolabili. Tale modifica consente di variare la pressione sulle spalle e di adattare perfettamente la lunghezza della salopette al proprio corpo, oltre che compensare l'eventuale ulteriore spessore dato da un gilet sottomuta supplementare;





5. aggiunta sulla salopette di due toppe-ginocchiere in neoprene da 11 mm, cucite in modo permanente ma leggermente sagomate sul ginocchio (si evita che forti getti di acqua spazzino via quelle posticce). Si SCONSIGLIA di incollarle alla muta per l'intera loro superficie perchè si otterrebbe un'eccessiva rigidità del tutto, limitando molto i movimenti del ginocchio (ho già provato). Una soluzione ottimale è data dall'incollaggio della toppa lungo il bordo per uno spessore di circa 1cm e successiva cucitura della stessa. In tal modo la parte centrale della toppa, da non incollare, sarà lasciata libera di scorrere sul sottostante neoprene della muta.




6. a protezione della zona glutei, aggiunta di una toppona in materiale termosaldante. E' preferibile al neoprene perchè molto più sottile, anche se più costoso. Altri materiali più plastici, come il PVC, oltre che di difficile collocazione comportano un "effetto slittino", che possono far piacere sui toboga ma in situazioni particolari (piccoli salti più o meno inclinati) privano dell'effetto freno fornito dal proprio ... posteriore.

7. taschino per chiodi.
Sulla manica sinistra, all'altezza dell'avambraccio, ho fatto cucire un taschino in neoprene, con chiusura a velcro e fessura per la fuoriuscita dell'occhiolo del chiodo.
Perché? Può capitare che serva un chiodo per motivi urgenti, come il rinforzo rapido di un armo o la necessità di allestirne uno ex novo mentre stiamo già scendendo. Per evitare di dover mettere mano al proprio zaino rovistando alla ricerca del necessario e non potendo ricorrere al trapano o al piantaspit, in questo modo è tutto più rapido (non mi dilungo in esempi per non tediarVi). Il martello? Se la Gola è "seria" o in situazioni a rischio tengo anche lui a portata in un portamartello da cintura (vedi IMBRAGO).
E' una sottigliezza, ma è scaturita dall'esperienza.



8. tasca portachiave.
Se la gola richiede numerose operazioni di armo o riarmo (anche il semplice serraggio dei bulloni in Gole poco frequentate), può tornare utile avere la chiave sempre a portata di mano. Io ho fatto cucire un'altra tasca sulla coscia della muta, con chiusura a velcro. Ovviamente può tornare utile anche per qualsiasi altra cosa.






9. Altre protezioni basse (mutande varie, semitute, pannoloni, ...): se ne vedono continuamente di nuove. Per me sono sempre un di più, perché comportano dei bordi (soprattutto sul sotto coscia) che possono impigliarsi su asperità di vario genere e dare problemi (a me bastano già i cosciali dell'imbrago).

Nuove modifiche

Alla luce di quanto già sperimentato sulla vecchia muta bifoderata da 3,5 mm, ho effettuato alcune modifiche anche su una NUOVA MUTA bifoderata da 5 mm e con interno in termoplush (un materiale che aumenta il potere termico della stessa).
Sulla salopette ho effettuato le seguenti modifiche:
10. anche stavolta ho fatto cucire direttamente le GINOCCHIERE (neoprene da 7 mm) ma con alcune varianti:
a) le dimensioni sono più ridotte e tali da proteggere le ginocchia solo dove occorre; in tal modo si riduce la superficie inspessita che ostacolerebbe la flessione della gamba. Si è fatto ricorso anche stavolta alla cucitura della toppa ed incollatura della stessa soltanto per 1 cm lungo il bordo, sempre per diminuire la rigidità che in questo modo si viene a creare nella zona del ginocchio.
b) La ginocchiera è stata prolungata anche sullo stinco (PARASTINCHI), sagomandola esattamente lungo lo spigolo osseo della tibia ed in modo da costituire un unico pezzo con la ginocchiera. Ne sono derivate due toppe a forma di clava ed asimmetricamente speculari, proprio per la sagomatura sulla conformazione ossea.
c) Oltre alla TASCA portachiave (n°13 o per altro materiale) con chiusura a velcro cucita sulla gamba Dx, ne è stata aggiunta un'altra più piccola sulla gamba Sx, per riporvi materiale momentaneamente in avanzo (chiodo da fessura, dado, bullone, placchetta, spit, stringinaso per un'immersione di controllo in vasca, ...) senza dover fare ricorso alla sacca d'armo.
d) Sono state apposte anche le note bande di velcro per fissare la macchina fotografica quando non si indossa la giacca, ma in posizione più alta rispetto alle precedenti, per evitare che intralciasse con l'imbrago durante la flessione del busto.



12. Ho fatto cucire le GOMITIERE direttamente sulla giacca, dato che quelle posticce, soprattutto con grosse portate d'acqua o comunque nel tempo, vengono spostate dalla loro posizione ottimale. Sono state realizzate in neoprene da 5 mm, cucite ed incollate sempre soltanto per 1 cm lungo il bordo. In questo caso, inoltre, si è fatto ricorso ad un nuovo espediente: si è provveduto a sagomare le gomitiere prima di cucirle, in modo da creare una forma a coppa che impedisce il meno possibile il movimento di flessione del braccio.
E' stata cucita anche stavolta una tasca sul braccio Sx (per un chiodo da fessura).











13. Un ultimo espediente è stato attuato nella zona delle ginocchia.
Nel Torrentismo, contrariamente alla normale postura di un sub, è normale camminare anche per molti chilometri, pertanto la funzionalità della muta riguardo alle gambe è fondamentale. Ebbene, purtroppo le mute, e quelle con spessore da 5 mm o più in particolare, presentano l'inconveniente di formare nella zona retrostante le ginocchia delle fastidiose pieghe di neoprene, che in alcuni casi possono provocare delle vere e proprie escoriazioni, molto fastidiose in itinerari lunghi.
Questo inconveniente è stato risolto effettuando proprio nella zona retrostante le ginocchia dei tagli a forma di "occhio", asportando la parte di neoprene compreso fra i due tagli ed incollando e cucendo tra loro i due lembi del tessuto. Ne deriva una sagomatura che favorisce la flessione della gamba ed evita la formazione delle grosse pieghe che si hanno in condizioni normali.
Naturalmente i due tagli saranno effettuati esattamente in corrispondenza della formazione delle pieghe, il che richiede necessariamente di indossare la muta per prendere tutti i riferimenti con precisione.
Quando la muta non è indossata l'effetto di questa modifica è una leggera flessione della gamba, dovuta all'accorciamento conseguente all'asportazione di una piccola parte di tessuto, ma che non comporta alcun inconveniente quando si indossa la muta, se non una maggiore comodità proprio durante i movimenti di flessione delle gambe.